Senza le trasfusioni impossibile salvare vite

L’INCONTRO Organizzato da Avis comunale sulla cultura del dono. Remuzzi: non si potrebbero curare leucemie e linfomi

L’importanza della donazione di sangue è stata al centro dell’incontro organizzato da Avis comunale Bergamo all’interno del palinsesto di BergamoScienza. L’appuntamento, giovedì sera in piazzale degli Alpini, fa parte del più ampio titolo «Cura è la nostra Cultura», ideato da Avis per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

La storia delle trasfusioni, dalle prime sperimentazioni al successo odierno, è stata ripercorsa dal direttore dell’istituto «Mario Negri» e membro del Consiglio superiore di Sanità, Giuseppe Remuzzi, introdotto da Paolo Comana, presidente di Avis comunale Bergamo, e da Tiziano Gamba, del comitato scientifico di Avis nazionale. «Abbiamo voluto proporre un’ulteriore modalità per avvicinarsi alla donazione di sangue e condividere i valori di Avis, parlando di trasfusioni da un punto di vista scientifico – ha commentato Comana –.

Le sfaccettature della cura come cultura sono importanti per comprendere la bellezza del gesto del dono. Dedichiamo questo incontro al nostro presidente onorario Mario Rivola, mancato il mese scorso, che ha sempre dimostrato intraprendenza, lungimiranza e impegno civile».

Tiziano Gamba ha ripercorso le sperimentazioni compiute negli ultimi secoli, sottolineando che «dall’insuccesso dei primi tentativi si è passati all’essenzialità delle trasfusioni, necessarie e indispensabili. Ogni anno vengono raccolte 120 milioni di sacche in tutto il mondo».

La relazione di Giuseppe Remuzzi – «Sangue: assassinio e medicina e come si sono intrecciati ai tempi della rivoluzione scientifica» – ha ripercorso la storia delle trasfusioni, costellata di sperimentazioni e di scoperte, come quella del 1600 quando si comprese che il sangue circolava nel corpo. «Senza trasfusioni oggi non si potrebbero guarire i traumi della strada e sul lavoro, non ci sarebbe la grande chirurgia e non si farebbero i trapianti – ha concluso Remuzzi, ribadendo l’importanza della donazione, tornata alla ribalta anche con la testimonianza del rapper Fedez –. Ma non si potrebbero nemmeno curare le leucemie, i linfomi e tante malattie rare dei bambini»

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