La menopausa non è una malattia ma una fase nella vita di ogni donna. Un periodo che, per alcune, può essere complicato. Ma le donatrici sanno che da quel momento in poi potranno donare più spesso, celebrando la loro nuova femminilità con ancora più solidarietà. E la salute sotto controllo.
I dati ci dicono che nei prossimi 5 anni la maggioranza delle donne in Italia sarà in un’età considerata normale per l’ingresso nella fase del climaterio o nella menopausa. Fino a poco tempo fa questo tema era considerato un tabù, o qualcosa di cui parlare malvolentieri. Ma le donne – e non solo in questo Paese – stanno cambiando in fretta attitudine. Non più solo creature dalla forza generatrice, ma persone consapevoli del proprio peso e valore nella società.
La femminilità non ha età e la vita può essere vissuta appieno e con gioia facendo fronte ai disagi che talvolta la menopausa porta con sé: un fatto ormai noto a tutte le donne, tanto che c’è già chi comincia a parlare di megliopausa.
Un’aspettativa di vita sempre più lunga, in parte da passare al di fuori dell’età fertile, richiede un nuovo atteggiamento. Se ne sono già accorti i pubblicitari, i produttori di cosmetici e integratori, gli autori televisivi e cinematografici. E così anche i ricercatori e i medici, che cominciano a studiare e promuovere la qualità della vita e non solo la cura dei disturbi legati alla carenza degli ormoni nella fisiologia femminile.
E di qualità della vita vogliamo parlare anche noi: se in età fertile le donne possono donare il sangue intero due volte l’anno alternando con donazioni di plasma, in menopausa l’intervallo si allinea a quello previsto per gli uomini. Si può quindi donare sangue intero fino a quattro volte in un anno. Un modo bellissimo per celebrare la nuova fase della vita all’insegna di una solidarietà ancora più assidua.
In assenza di complicazioni accertate dal medico, donare in menopausa non ha controindicazioni. Inoltre, una donazione più frequente significa un maggior controllo sulla propria salute grazie agli esami e ai test di routine prescritti ai donatori. Senza contare che le donatrici possono fare affidamento sull’attenzione, l’ascolto e il supporto dei medici delle centri di prelievo: i nostri o quelli con cui Avis lavora a stretto contatto.
Buona nuova vita, donatrici over 50!
Articolo di Giada Iacoi dal sito di Avis Emilia Romagna
Fonti:
> Censis
> Ministero della Salute
> SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia