Lividi post donazione: cosa fare e come prevenirli
La donazione di sangue è un atto semplice e sicuro. Può accadere tuttavia di incappare, durante o subito dopo il prelievo, in lievi complicanze che si risolvono generalmente senza particolari problemi e che possono essere prevenute con semplici accorgimenti. Ce ne parla la dottoressa Alessandra Berzuini dirigente medico del Centro Trasfusionale
Quali sono le complicanze legate al prelievo che possono insorgere dopo la donazione?
Una delle più lievi è l’ecchimosi (livido), che talvolta compare sul braccio dopo la donazione. Questa non è certamente una complicanza di cui preoccuparsi, poiché si tratta di una temporanea discolorazione della cute causata da una piccola fuoriuscita di sangue all’interno dei tessuti. È una complicanza banale, che si verifica all’incirca nell’1% delle donazioni, sebbene più frequente nelle donne (1.3%) che negli uomini (0.8%). Compare più facilmente alla prima donazione (1.4%) più che nelle successive (0.96%). La comparsa dell’alone blu è seguita da uno spontaneo viraggio del colore verso una sfumatura dapprima verde poi gialla fino a scomparire nel giro di una o due settimane.
E l’ematoma?
L’ematoma consiste in uno stravaso di sangue un po’ più consistente, che presenta la cute un po’ sollevata. Si verifica all’incirca in tre casi su milledonazioni.
Il sangue fuoriuscito nei tessuti può comprimere le terminazioni nervose e, a seconda della entità dello stravaso, può causare fastidio, dolore soprattutto alla pressione. La completa risoluzione avviene spontaneamente ma potrebbe richiedere anche due o tre settimane.
Quali sono le possibili cause dell’ematoma?
Una delle cause potrebbe essere un difficile accesso venoso, come nel caso di vene di piccolo calibro. Può succedere anche che, in alcuni casi, l’ago incroci piccole vene sottocutanee o che si sposti durante la donazione, per esempio quando il movimento della mano che stringe la ‘pallina’ è troppo vigoroso.
A volte il donatore ha la manica della camicia troppo stretta e questa funge da laccio emostatico.
Altre cause potrebbero essere una pressione sul batuffolo dopo la donazione non abbastanza prolungata o non ben diretta sul punto di prelievo. Infine l’ematoma potrebbe comparire dopo la donazione si compie uno sforzo con il braccio, si porta la borsa al braccio (ad esempio si porta una borsa al braccio, si sollevano oggetti pesanti, ecc).
Ci sono modi per evitare queste fastidiose complicanze?
Ci sono semplicissimi accorgimenti, che possiamo prendere prima, durante e dopo la donazione di sangue, che risultano essere molto efficaci nella prevenzione di queste, banali ma fastidiose complicanze.
Innanzitutto è bene indossareil giorno della donazione abiti ampi, evitando maniche strette.
Al momento del prelievo si dovrebbe cercare di rilasciare i muscoli del braccio ed evitare di stringere con troppo vigore il pugno durante la donazione: meglio farlo gentilmente e non troppo frequentemente.
Una volta conclusa la donazione evitare di piegare subito il braccio bensì mantenerlo teso e sollevato e applicare con il dito una pressione sul batuffolo esattamente e solo nel punto esatto del prelievo. Questa manovra deve durare alcuni minuti, indipendentemente dalla fuoriuscita o meno del sangue.
Come comportarsi in caso di ematoma post donazione?
Se si dovesse avvertire fastidio, o se ci si accorge di un ematoma in formazione, bisogna prolungare la compressione e avvertire l’infermiera affinché apponga una compressa di ghiaccio.
È importante inoltre far riposare il braccio non sottoponendolo a sforzo muscolare nelle prime ore dopo la donazione.
Nel caso in cui si dovesse avvertire fastidio o dolore, nelle ore successive alla donazione, si possono applicare compresse fredde e, se permangono i sintomi, si può assumere una compressa di paracetamolo.
Infine, in caso di dolore, formicolio, rossore importante o limitazione nel movimento che persistono anche nei giorni successivi, è bene consultare il medico del Centro Trasfusionale per una valutazione diretta.